Stamattina sei arrivato inaspettatamente. Guardi con gli occhi socchiusi, le palpebre un po' gonfie, i capelli arruffati da un lato. Come se ti fossi appena svegliato, il cuscino ancora lì, a portata di mano.
Stamattina sei morbido.
Osservavo le tue braccia. La parte più alta. E' assolutamente senza peli, la pelle color miele, liscia e setosa si tende sopra i muscoli. Muscoli lunghi e affusolati.
Sulle spalle, quando ti muovi, ogni tanto fanno capolino un gruppetto di ossa appuntite. Formano quasi un triangolo.
Una vena gonfia scorre lungo il braccio fino alla mano. Ponendoci sopra le dita potrei sentire il battito del cuore, e risalendo in su, verso la pelle liscia come di femmina, andrei a toccare la piramide di ossicini sporgenti e poi il collo, proprio dietro, nella zona di confine tra la pelle tesa e l'inizio dei capelli. Lì farei scorrere le dita per sentire il fruscio che fanno i capelli quando sono appena tagliati o quando, morbidi, finiscono in un'onda che non ci sarà mai.
Seguendo la curva delle orecchie, come si segue la forma di una conchiglia, arriverei alla linea della mascella, spigolosa e dritta, l'ossatura sottostante di una statua della grecia classica.
Scenderei verso la gola liscia, con i tendini in tensione sotto la pelle, per poi proseguire e toccare con mani indagatrici la sporgenza delle saliere.
In questo gioco crudele studio geografie di un corpo che non mi appartiene.
romanzo breve - work in progress
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Essendo un esperimento in corso, cerco di scrivere i capitoli in ordine cronologico crescente (I II III IIII etc.) la visualizzazione di un blog, invece, mette in primo piano la data più recente. Ma, andando verso il fondo, dove c'è Introduzione e proseguendo da sotto in su, si potrebbe avere una visione della storia nel suo progredire, o meglio non progredire, e leggerla come io ho pensato di scriverla. Questo racconto è segreto, se mi conosci non parlarne con nessuno. Neanche con me. Grazie.