romanzo breve - work in progress

Istruzioni per l'uso di questo blog.

Essendo un esperimento in corso, cerco di scrivere i capitoli in ordine cronologico crescente (I II III IIII etc.) la visualizzazione di un blog, invece, mette in primo piano la data più recente. Ma, andando verso il fondo, dove c'è Introduzione e proseguendo da sotto in su, si potrebbe avere una visione della storia nel suo progredire, o meglio non progredire, e leggerla come io ho pensato di scriverla. Questo racconto è segreto, se mi conosci non parlarne con nessuno. Neanche con me. Grazie.

giovedì 29 gennaio 2009

Arrocco

Due orzi in tazza piccola.
Hai deciso anche per me.

I piedi avviluppati intorno alle gambe della sedia, sto seduta sul bordo. In questo equilibrio tensivo devo mantenermi sul bordo anche mentalmente. Tu concateni posizioni rilassate in sequenze scandite, ogni tre minuti.

Mi stai raccontando di vicissitudini familiari e devo costringermi a non cadere. Dalla mia bocca sento uscire perle di saggezza senza connessioni o così a me sembra. Tu non sembri notarlo o forse sei molto gentile.

Ti guardo raccogliere con il cucchiaino la schiuma del caffè che è rimasta con lo zucchero sul fondo della tazzina e portatela alla bocca come si fa con un dolcetto.

Osservo le tue gambe allungate verso di me, le scarpe con le suole candide e i lacci annodati in due asole simmetriche. Tutto in te emana un senso di pulizia e perfezione naturale.

Sei bello.

Il tuo potere su di me è quello della confusione.

Devo scappare.

Dopo anni di guida automatica, di strade sempre uguali ad orari sempre uguali, sto guidando verso casa poco prima dell'inizio dell'orario di lavoro.

Dopo anni di governo della mente, il corpo ha cercato di prendere il potere.

Dopo anni di dominio della mente, la mente non è disposta a cederlo.

Hai parlato di altro.
Hai sbriciolato un po' del tuo pane, per farti avvicinare da un'animale selvatico.
Ma non intendi nutrirmi.

Devo fermarmi.

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