Guardarti mi fa male.
Allora non ti guardo.
Per un attimo ho sbirciato nella tua direzione, lo sguardo testardamente puntato sulle tue gambe, ma non avevo fatto i conti con la calamita, ho guardato in su e per un istante il tuo sguardo che stava lasciandomi indietro nel suo panoramicare si è fermato nei miei occhi.
Ho dovuto girare la testa nella direzione opposta alla tua per poter tornare a respirare.
Mi hai sbriciolato dentro. Dove prima c'ero io ora c'è solo polvere di me.
Come una calamita attiri a te il mio essere polvere di ferro. E nell'arrivare a te seguo percorsi sinuosi, direttrici elettromagnetiche che ti gravitano intorno.
Ogni tuo spostamento di calamita crea una cresta di polvere di ferro fatta di me.
E come il ferro mantiene la magnetizzazione anche tolta la calamita, io vibro, anche quando non ci sei.
E' una vibrazione percettibile, si spande in ondate circolari e si ritrae, per allargarsi di nuovo.
Dentro di me rimane un'oscillazione senza sosta, scuote parti di me che non volevo esistessero.
Guardarti mi fa male. Perché non posso averti.
Allora ho smesso di guardarti.
Ma sono in oscillazione continua.
romanzo breve - work in progress
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Essendo un esperimento in corso, cerco di scrivere i capitoli in ordine cronologico crescente (I II III IIII etc.) la visualizzazione di un blog, invece, mette in primo piano la data più recente. Ma, andando verso il fondo, dove c'è Introduzione e proseguendo da sotto in su, si potrebbe avere una visione della storia nel suo progredire, o meglio non progredire, e leggerla come io ho pensato di scriverla. Questo racconto è segreto, se mi conosci non parlarne con nessuno. Neanche con me. Grazie.
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mercoledì 18 marzo 2009
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